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lunedì 22 aprile 2024

Corpus Diavolis - Elixiria Ekstasis

#PER CHI AMA: Esoteric Black
Rieccoci alle prese con i blacksters francesi Corpus Diavolis. Dopo aver recensito le ultime loro tre fatiche (abbiamo fondamentalmente saltato solo l'esordio del 2010), ci ritroviamo per le mani il nuovo 'Elixiria Ekstasis', che ci riporta nei meandri torbidi e oscuri di questo misterioso ensemble marsigliese. Nove pezzi per quasi un'ora di musica senza ombra di dubbio malvagia (e come potrebbe essere altrimenti con tale moniker e una copertina del genere?), diabolica, ma al contempo evocativa e, a mio avviso, molto più matura che in passato. Forti del costante supporto della Les Acteurs de l'Ombre Productions e di una carriera che inizia ad assumere una certa rilevanza, negli oltre quindici anni di militanza nell'underground, fanno di questa release una grande release. E lo si evince immediatamente, ascoltando le imperiose melodie dell'opener "His Wine Be Death", che può vantare una solenne intensità, ritmiche oblique, ottime vocals demoniache, ma anche quei cori salmodianti che avevamo già incontrato in 'Apocatastase' e che donano una certa eleganza a un lavoro di questo tipo. Certo, la proposta dei transalpini rimane comunque lacerante, se pensate a quanto sia corrosiva la porzione iniziale di "Key to Luciferian Joy", ma il brano da quello che sembra essere un anonimo black di stampo norvegese, va progredendo in tutta velocità, offrendo sperimentazioni davvero ragguardevoli in un incantesimo (o meglio maleficio) sonoro che non avevo percepito in precedenza nelle corde dell'act francese. Avvincenti, non c'è che dire. Possono prenderci a frustate sulla schiena, come accade in "Carnal Hymnody", ma è una fustigazione alla fine piacevole, cosi avvolti da quell'aura mistico incandescente prodotta dalle chitarre e soprattutto da quei vocalizzi devoti all'occultismo, che si palesano in tutto il disco e alla fine, si rivelano addirittura il punto vincente di questo 'Elixiria Ekstasis'. Un disco comunque importante che segna un bel salto in avanti nel songwriting della band transalpina, che vanta comunque altri pezzi di una certa rilevanza: da sottolineare infatti la claustrofobica irruenza sonora di "Cyclopean Adoration", un pezzo sghembo e glaciale nei suoi dieci minuti di durata, ma anche caratterizzato da sinistre partiture atmosferiche che dal quinto minuto solleticheranno non poco i miei sensi. "Vessel of Abysmal Luxury" riprende invece con oscure ritmiche al fulmicotone, mefitiche chitarre in tremolo picking, vocals animalesche e un senso di angoscia che al termine pervaderà tutto il mio corpo. Dopo questo brano mi verrebbe da etichettarli come annichilenti, in realtà non ho ancora ascoltato "The Golden Chamber", song che mette sul piatto un'altra bella dose di violenza, la medesima che avevamo già avuto modo di assaggiare nelle vecchie release, e che forse toglie quel pizzico di originalità che ritengo sia contenuta in grandi quantità in questo lavoro. Fortunatamente, nella stessa song si palesa infatti quella componente ritualistica che esalta l'operato dei Corpus Diavolis, e che saprà ancora impressionarci nella liturgica veemenza di "Menstruum Congressus" o nella conclusiva "Chalice of Fornication", gli ultimi dieci esoterico-orientaleggianti minuti all'insegna di un black mid-tempo, di un disco deflagrante, disturbante, epico, eretico, semplicemente maestoso che vede, a questo punto solo nella copertina da teenager satanici, l'unico peccato veniale. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2024)
Voto: 80

https://ladlo.bandcamp.com/album/elixiria-ekstasis

venerdì 28 gennaio 2022

Corpus Diavolis - Apocatastase

#PER CHI AMA: Esoteric Black, Batushka
Quarto album per i francesi Corpus Diavolis intitolato 'Apocatastase', termine che letteralmente significa "ritorno allo stato originario". Non conosco la ragione alla base di questa scelta, ma devo ammettere che è il giusto titolo per un disco come questo, un lavoro torbido, oscuro e devastante che sottolinea la prova di coraggio dell'ensemble marsigliese nell'allontanarsi dalle sonorità scandinave degli esordi e abbracciare i deliri musicali di Deathspell Omega e Batushka. Il disco consta di sei pezzi evocativi e dissonanti, che si muovono appunto lungo i binari di un black metal mefistofelico, a tratti ritualistico proprio alla stregua dei colleghi polacchi. Vi basti ascoltare ad esempio la porzione finale della title track che ci conduce con la mente ad uno di quei rituali esoterici a cui forse non si sottrae nella realtà il buon Daemonicreator. Costui, frontman della band, altri non è che il fondatore della Alliance Mystique de Satan Glorifié, un associazione di matrice satanica, che sembra rievocare i tempi dell'Inner Circle che venne ritenuto responsabili di numerosi crimini ai danni di luoghi cristiani nella Norvegia dei primi anni novanta, fondando i propri ideali su una confusa commistione di idee riferite a satanismo, isolazionismo e paganesimo norreno, con cui meglio non mettersi a sindacare. Detto che non siamo qui a sindacare sulle ideologie delle band bensì a commentare la musica proposta dai nostri, posso continuare a dire che i Corpus Diavoli saranno abili nel condurvi nel loro personalissimo maelstrom ritmico fatto di sonorità perverse ed esoteriche al tempo stesso ("Colludium"), miscelando sulfurei mid-tempo con acide accelerazioni black ("The Dissolution and Eternal Extasy in the Embrace of Satan") rilette in una chiave avanguardistica che scomoda Ved Buens Ende, i già citati Deathspell Omega e i Blut Aus Nord. Spettrali e affascinanti, senza ombra di dubbio. Il rullo di blasfemia diventa ancor più compressore in "The Pillar of the Snake", forse il pezzo più feroce del lotto che comunque non rinuncia alla sua componente atmosferica (qui quasi orchestrale a dire il vero, grazie all'utilizzo esponenziale dei synth). "Triumphant Black Flame" è una crivellante sfuriata black con un sinistro assolo conclusivo e misantropiche linee di chitarra che ci condurranno fino alla conclusiva "At the Altar of Infinite Night", brano che racchiude tutta la somma malignità che pervade lo spirito (e lo screaming belluino) di Daemonicreator, in un disco efferato, suggestivo e dotato di tutte le carte in tavola per diventare un must per il popolo black metal. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2021)
Voto: 78

https://ladlo.bandcamp.com/album/apocatastase

domenica 29 ottobre 2017

Corpus Diavolis - Atra Lumen

#FOR FANS OF: Black/Death
'Atra Lumen' is the third full-length studio record of the French black/death metal horde Corpus Diavolis. To those of you who haven't heard of the band yet, they have been offering one of the most veiled and dismal extreme music materials in the French underground for nine odious years. But unlike most of the bands playing in the genre of hybridized black and death metal, Corpus Diavolis renders a more catastrophic mixture of black metal and death metal elements; complemented with some heavy amount of ponderous doom segments.

This is actually my first time listening to a whole album produced by the band. I wasn't really aware of their existence until my mate Franz, of The Pit of the Damned, introduced me to them by giving me a copy of the band's third studio offering. The moment I got access to the band's material, I immediately got hooked on their brand of obscure doom-laden black/death metal music.

First thing that one can notice about this album is the dusky and extremely foul ambiance that each song provides. The vibe that the eight tracks carry yields a very heavy feel into the overall output of the album. Both the slow-paced and mid-paced sections of album were impeccably executed by Corpus Diavolis. There are even a number of fast paced moments in the album, where the band has shown quite some skill when they've put their focus on it.

The down-tuned guitars assemble grotesque riffs that flow through the forty-four minute run of the record. These riffs strike hard, and it's as if they shake the earth with such abominable force as to open the gates of hell and sink the whole humanity to dust. But even with its low-tuned pitch, both guitars were still able to deliver some clear death and black metal fragments in the mix.

The drum work in the album might not be the most complex or esoteric drumming that you'll hear in the extreme metal genre, but it bears a dense and igniting zest that will certainly take its audiences to a chest-pumping and headbanging barrage. Plus, the drum blast beats don't stay stagnant the whole time, but show a great variety of form by the drummer, bringing a more varied approach in the whole offering.

Another upside about this release is the ancestral black metal harsh screeches and ritualistic temperament on the vocal part. I love it when a band's front man does not overdo his role in that area. The more straightforward it is, the more it gives a fitting outcome. Production wise, the record also does not fall short in that category. Everything in here was mixed well, and it highlighted every aspect that the band wanted to in the release.

I also find the record's album cover very fascinating. It might not be as radiant or evil as the other art covers in the extreme music realm, but it put on to view the utmost darkness and anguish that one should expect in a material put out by Corpus Diavolis. Well, after all, it does not take an expert on arts to recognize an exquisite handwork.

To cut this review short, 'Atra Lumen' is an opus packed with utter darkness and black art influence. This is worth the money to purchase, and it's one of the finest offerings under the black/death metal genre that I have listened to in a while. (Felix Sale)

venerdì 24 gennaio 2014

Corpus Diavolis – Entheogenesis

#PER CHI AMA: Black, Immortal, Lord Belial, Belphegor
La band transalpina (Marsiglia) continua la sua decisa corsa verso il massimo della sua espressività con questo ottimo ultimo album di efferato black contornato da mirate sfumature d'avanguardia. L'album parte e procede velocissimo con una batteria al limite del potere umano e una voce molto presente, suoni ed atmosfere tesissime, oscure e demoniache all'inverosimile. Brani devastanti, carichi di pathos nero e taglienti, rasoiate letali e frustate violente che caricano l'aria di decadente elettricità. La carica cinematografica creata intorno e all'interno dei brani, con inserimenti d'atmosfera e strazianti grida stile film horror, rendono il tutto ancora più malignamente piacevole. L'effetto ricorda un po' il carisma che contraddistinse i primi Cradle of Filth, quelli dei primi album, anche se la band suona in maniera completamente diversa, decisamente meno melodica e più rude, mostrando i muscoli più che i denti finti da vampiro. Comunque una buona verve teatrale è presente in dose massiccia e il suono della band ne beneficia a dismisura. Le tematiche sono tutte rivolte alla dottrina oscura e l'artwork di copertina è curatissimo e molto bello, con un'arte grafica occulta e crepuscolare. L'album ottimamente autoprodotto è a livello sonoro di un livello superiore alla media e sfiora in taluni casi la perfezione. Strumenti in equilibrio che risaltano la capacità tecnica dei musicisti, una solista che taglia come una lama e per chiudere, il cd contiene un esaustivo booklet con le foto dei membri della band e i testi delle canzoni. "Sharp Moon Devil's Horns" racchiude in sè tutta la forza dei Corpus Diavolis: epici e violentissimi, ricchi di un substrato thrash con tanto di super assolo sparato a mille ed escursioni psichedeliche con voci di giovani donne in orgasmo demoniaco annesse che si evolvono in "Executors of God", dove la cadenza rallentata e il recitato angosciante tramano una cerchia teatrale degna del più nero dei riti occulti per poi tornare alla tempesta sonica con una ritmica incandescente alla velocità del fulmine. Degna di nota è anche la potente "Karma Convulsions". Un'opera decisamente completa, artisticamente validissima, un lavoro, e lo ricordiamo ancora una volta, autoprodotto, che può far rabbrividire certi lavori usciti su major. Da avere violentemente! (Bob Stoner)