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giovedì 16 novembre 2023

Judas Iscariot - To Embrace the Corpses Bleeding

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
L’instancabile Akhenaton ci regala questa gemma firmata Judas Iscariot (sarà l'ultimo full length della sua discografia/ndr). Black metal grezzo, minimale, ma tanto coinvolgente ed ispirato come pochi gruppi black sanno fare. Un alone sinistro e maligno permea le song di questo 'To Embrace the Corpses Bleeding', degne di stare al pari con canzoni di mostri sacri come Darkthrone o primi Dødheimsgard. Ogni suo brano è un tributo al "True black metal" suonato con passione: lo dimostra peraltro anche lo sfogo all’interno del booklet del cd, ritenendosi, giustamente fuori dalla mentalità imperante nelle black metal band che fanno parte di una cosiddetta “scena”. Parlando delle caratteristiche musicali dei Judas Iscariot, sarebbe inutile soffermarsi su una song in particolare visto che ogni brano dei nove che compongono l’album è ricco di spunti interessanti. I 40 minuti circa di musica viaggiano tra ritmi sostenuti e mid tempo con riff pieni di pathos e con un feeling decadente. La voce poi, risuona con tono malvagio e soffocato. Naturalmente, qui vige l'obbligo d’acquisto.

(Red Stream/Moribound Records - 2002/2023)
Voto: 75

https://moribundrecords.bandcamp.com/album/to-embrace-the-corpses-bleeding-2

martedì 17 dicembre 2019

Blood Ritual - Black Grimoire

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Death, Dissection, Nile
Con le orecchie ancora crivellate dai colpi dei Summon metto su l'ultimo platter dei Blood Ritual, ormai datato 2005, sapendo già di dovermi sorbire l’ennesimo scontato massacro death/black. Una montagna di pesanti riff schiacciasassi, con forti echi di derivazione Nile, mi investono già dal primo lunghissimo pezzo (otto minuti di malvagità allo stato puro che trasuda dai solchi di questo “Invocation of Satan”), pezzo che mi stupisce non tanto per la cattiveria, ma per l’uso di chitarre soliste melodiche che mi hanno immediatamente richiamato i Dissection di 'The Somberlain'. Devo ammettere che il mio scetticismo iniziale sia stato presto spazzato via dalla prima traccia, che mi ha permesso di ricredermi sulla qualità dei nostri death metallers statunitensi. Anche i successivi brani si mantengono sulla stessa linea: ritmiche iper-tecniche e opprimenti, registrate su toni di chitarra bassissimi, contrapposte a momenti un po’ più atmosferici, vocals agonizzanti e soprattutto ottimi assoli. Quello che non mi piace granché di quest’album, è il suono della batteria, troppo stile “pentola” nella prima track e troppo ovattata nelle successive; il tutto probabilmente a causa degli studi di registrazione, i famigerati The Autopsy Room che hanno ospitato i 3 Inches of Blood e Drawn & Quartered, band dedite ad un sound abbastanza marciulento. Credo che ciò penalizzi non poco la proposta dei nostri, che se invece, adeguatamente prodotti e limate un po’ d’imperfezioni di troppo, potrebbero aprire la loro proposta ad un pubblico più ampio. Il cd è disponibile anche in un deluxe digipack con tre bonus tracks incluse. Vi segnalo che l’orrida cover è stata concepita da Rex Church degli Acheron. Peccato per alcune “grezzate”, altrimenti quest’album avrebbe meritato di più; ad ogni modo, tutti gli amanti di Dissection, Aborted e Nile diano pure un ascolto a questo oscuro 'Black Grimoire', laddove le porte dell’inferno si spalancano. (Francesco Scarci)

Summon - Fallen

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Death, Slayer
Una delle mode più trendy è stata per lungo tempo quella di emulare la durata di 'Reign in Blood', una trentina di minuti di musica e poco più. Gli americani Summon, la cui fondazione risale ai primi anni ’90, non ne sono rimasti immuni e nel 2005 hanno pensato bene di far uscire 'Fallen', classico lavoro death thrash, trito e ritrito decine di volte. Per carità, bravi i Summon a scatenare il putiferio sonoro con questo sesto lavoro in studio, proponendo però qualcosa di estremamente scontato, caratterizzato da tutti i clichè del genere: death thrash ad alta intensità, ottimamente prodotto negli Hellion Studios (quelli dei Cephalic Carnage per capirci), pregevoli assoli (di memoria “slayeriana” appunto, periodo 'Hell Awaits'), ritmiche martellanti e chitarre corrosive, ottime vocals e una bella copertina, opera di Joe Petagno (Motorhead). Le prime 5000 copie di 'Fallen' includevano poi un bonus DVD con l’intero album ri-registrato in Dolby Digital Surround Sound Mix oltre a 3 bonus video clips. Una sufficienza la voglio comunque dare ai Summon, per lo meno per la preparazione tecnica, per la costanza, l’onestà e l’impegno profuso in tutti questi anni. Però alla fine sappiate che questo è un album consigliato solo a chi ama sonorità death/black/thrash alla Slayer, Behemoth e Angel Corpse, e niente di più. (Francesco Scarci)

(Moribund Records - 2005)
Voto: 60

https://www.facebook.com/SUMMON-115792518441039/

venerdì 27 settembre 2019

Merrimack - ...Of Entropy and Life Denial

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black, Marduk, Satyricon
Il 06.06.06 si levò dagli inferi un’aria pestilenziale grazie ai leggendari Merrimack, combo francese che pensò bene di far uscire in quella data l'infernale '...Of Entropy and Life Denial', blasfemo disco di un rozzo e ferale black metal. La band transalpina non si preoccupa di inventare nulla di nuovo, ma solo di reinterpretare gli insegnamenti del passato di band storiche quali Satyricon e Marduk. Qui c’è solo black metal incontaminato al 100%: undici songs contraddistinte da chitarre tirate, da un'insolita buona produzione per il genere proposto, alcuni breaks che ci consentono di tirare il fiato tra una sfuriata e l’altra, voci demoniache (vero punto di forza di questo lavoro) e null’altro, tutti elementi che sicuramente faranno la gioia di chi ama questo tipo di musica. Glaciali riff di chitarra disegnano la struttura portante di questo lavoro dell'act francese, accompagnati da tracce di elementi doom e altre visioni apocalittiche. Le voci spaziano da momenti growl ad altri frangenti più caustici ed altri (rari) più puliti. Questo capitolo dei Merrimack è strano, in esso vi si respira un’aria torbida, satura di polveri di zolfo che potrà piacere anche ai più reietti al genere. A me non dispiace affatto, provate a dargli pure un ascolto, magari potrà colpirvi per quell'insano feeling malvagio trasmesso. (Francesco Scarci)

(Moribound Records - 2006)
Voto: 64

https://www.facebook.com/merrimackofficial

domenica 15 aprile 2018

Satan's Host - Burning The Born Again... (A New Philosophy)

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Thrash, Slayer, Morbid Angel, Dissection
Perse le tracce per quattro anni, tornano alla ribalta gli statunitensi Satan's Host, una delle band più oscure e leggendarie dell'underground thrash degli anni '80. La loro fondazione infatti, risale addirittura al 1978: dopo trent'anni (la band però si sciolse tra il 1988 e il 1999, a causa della morte del loro batterista, in un tragico incidente), il terzetto del Colorado è ancora vivo e vegeto, con un sound che preserva quel primordiale alone di mistero (forte di una pesante influenza derivante dai Black Sabbath), fatto di graffianti sonorità thrash/death, tinte di tonalità epico-sataniche (il face-painting è ancora in voga tra i nostri). 'Burning the Born Again', uscito originariamente nel 2004 solo negli USA, trova solo nel 2007 una distribuzione mondiale, grazie alla Moribound Records, che lo ripubblica, con un paio di bonus tracks aggiuntive. Il sound dei nostri continua ad essere velato di una malvagità di fondo che trova ben pochi eguali nel mondo: non ci sono band black o di qualsiasi altra sorta, che possiedano lo stesso feeling maligno dei Satan's Host. Il loro black/power/thrash è costruito da diaboliche chitarre che pennellano sinistre e ancestrali melodie, con le malate vocals di Eli Elixir (in un mix di screaming e clean vocals) a narrare storie di una blasfemia indicibile. Ciò che più mi esalta di questo lavoro, sono le evocative quanto mai oscure atmosfere che la band è in grado di creare e quella puzza di zolfo che si continua a respirare lungo tutte le 15 tracce qui contenute. Le ritmiche non sono tiratissime, viaggiano su mid tempos ragionati, talvolta articolati, che poi esplodono in furia devastante, come accade proprio nella title track. Da segnalare ancora gli ottimi assoli di Patrick Evil e gli immancabili evocativi chorus che da sempre contraddistinguono le release dei nostri. L'Armata di Satana è tornata, preparatevi a prestare giuramento al maligno... (Francesco Scarci)

(Moribound Records - 2007)
Voto: 75

https://www.facebook.com/SatansHost